I compiti assegnati per casa, in quanto tali, necessariamente hanno una ricaduta sull’organizzazione famigliare e sempre di più rappresentano un problema. E’ da poco iniziata la scuola e queste questioni sono già evidenti e presenti in modo significativo.
Se così è…qualcosa non funziona.
Se rappresentano un problema, significa che I compiti vanno affrontati diversamente.
Qui di seguito cercherò di inserire il “problema compiti” in una cornice pedagogica più ampia, al fine di fornire spunti di riflessione utili per affrontare le difficoltà.
Innanzi tutto è bene che I genitori non li subiscano passivamente come se fossero un impegno loro e allo stesso tempo non possono non condividere le difficoltà del proprio figlio.
I genitori possono e devono rappresentare una risorsa, ponendosi in un loro spazio all’interno del quale esercitare il proprio ruolo, in modo non invasivo ma nemmeno distante o peggio, assente.
Come fare?
Per prima cosa è bene individuare la vera criticità.
Ovviamente l’età dei figli è importante, poichè in base ad essa, vi saranno situazioni diverse, responsabilità, atteggiamenti, competenze. Per questo è necessario porsi in un atteggiamento adeguato, sin dalle prime classi della scuola primaria.
In generale si può dire che il ruolo genitoriale è quello di valutare la vera criticità del proprio figlio e azionarsi di conseguenza.
Le problematiche possono essere su diversi livelli:
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motivazionale
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relazionale
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autonomia
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conoscenze
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metodo di studio
Individuata l’area critica, si procederà con interventi diversificati e specifici.
Partendo dal principio basilare secondo il quale è bene lavorare sulle risorse, valutato il problema, vi saranno soluzioni diverse, ciascuna più funzionale per ogni difficoltà.
In alcuni casi sarà più efficace un supporto didattico, in altri casi sarà sufficiente una presenza adulta, in altri casi ancora un lavoro di tipo organizzativo.
Spesso invece regna la confusione e non si è in grado di definire realmente il problema. Di conseguenza I genitori tendono a sostituirsi completamente ai propri figli, caricandosi di responsabilità non proprie, oppure al contrario prendendo le distanze dal problema, minimizzando la situazione, rischiando così di aumentare lacune sempre più difficili da colmare, fino alla possibile compromissione di una carriera scolastica, anche in modo importante.
Tra I due estremi sopra esposti esiste uno spazio, quello genitoriale che, se utilizzato con competenza, definisce I confini di un agire adeguato e responsabile in grado di sostenere I propri figli in difficoltà, a prescindere dai compiti.
Con questa lettura emerge come I compiti in realtà, rappresentino una delle tante occasioni per I genitori di sperimentare le proprie competenze, sostenendo l’autonomia, accompagnando nelle sfide che il percorso di crescita impone, passando messaggi e strumenti funzionali per il futuro dei ragazzi, e non solo scolastico!